martedì 21 giugno 2016

recensione: Il MESSAGGERO


IL MESSAGGERO
LOIS LOWRY

 ◢ editore giunti ◢ pagine 207
◢ saga the giver quartet #3  ◢ prezzo 14,50 €



TRAMA

In una realtà futura segnata da “forme di governo spietate, punizioni atroci, inguaribile povertà o falso benessere”, i difetti fisici sono puniti con la pena di morte. Ma nel Villaggio in cui Matty abita, anche gli ultimi della scala sociale sono accolti e tenuti in grande considerazione. La comunità è gestita dal Capo, una versione adulta del Jonas di The Giver – Il Donatore. Matty lavora per il Veggente, un vecchio cieco che lo ha aiutato a maturare. Ma adesso qualcosa sta cambiando, i rifugiati improvvisamente non sono più i benvenuti al Villaggio e gli abitanti stanno diventando vanesi e ottusi. A Matty, uno dei pochi capaci di districarsi nella fitta Foresta che circonda il Villaggio, viene affidato il compito di portare il messaggio del drammatico cambiamento ai paesi vicini. Purtroppo la Foresta, animata ora da una forza oscura, si rivolta contro di lui e Matty si trova a fronteggiare il pericolo armato solo di un nuovo potere, che ancora non riesce completamente a comprendere.

RECENSIONE

Dopo nemmeno un giorno dalla fine della lettura de "La rivincita-Gathering Blue", avevo un bisogno fisico, irrinunciabile, di leggere anche il seguito, ed eccomi qui, dopo un paio d'ore di lettura con Il messaggero
Passati da un mondo perfetto, ordinato, in cui ogni sorta di emozione era condannata, ad un mondo selvaggio che si basa sull'istinto, selvatico e bestiale, ci ritroviamo qui, in un utopico mondo di altruismo e libertà, un mondo in cui si può amare senza sparire all'improvviso, un mondo in cui la forza bruta come risposta alle esigenze di sopravvivenza non è più necessaria.
È in questo romanzo che la Lowry tesse abilmente i fili tra i due mondi apparentemente disgiunti in precedenza. 
Il nostro protagonista è il piccolo Matty - la belva delle belve - ormai cresciuto, a sei anni dalla sua partenza dal villaggio dove vive la sua amica Kira. È giunto nel villaggio vicino con lo scopo di fare da tramite tra i due, ove ritroviamo anche un adulto Jonas, chiamato il Capo, che ha finalmente creato il mondo che sognava. 
Matty vive assieme ad un uomo chiamato "il veggente", che funge da quella sempre mancata figura paterna fin dalla sua prima infanzia.
 Il villaggio in cui si trova ora è molto diverso da quello che ha abbandonato, è sempre stato aiutato fin dal suo arrivo, tutti i suoi abitanti gli hanno sempre mostrato gentilezza e disponibilità, gli hanno insegnato che non era più necessario mentire, rubare e lottare per sopravvivere, bastava essere sinceri e gentili verso il prossimo.

Però di qui a poco le cose iniziano a cambiare, le persone iniziano a cambiare, in un villaggio in cui tutti venivano sempre accolti con gioia dalle realtà orribili da cui provenivano, iniziano ad alzarsi dei muri per impedire agli estranei di entrare, in un luogo in cui una madre amorevole si prendeva cura della sua famiglia, abbandona i suoi figli alla malattia e si prende gioco del marito gobbo. È come se quell'umanità che aveva sempre pervaso il villaggio fosse scomparsa, divorata dalla bramosia del possesso e dall'egoismo. In questo mondo che diventa sempre più marcio, il non più piccolo Matty scopre un crescente potere dentro di sé. 
Ho molto apprezzato questo romanzo, che ha unito i precedenti due in modo magistrale, svelandoci finalmente il destino di Jonas e Gabe, tanto atteso da molti, e così facendo ci rivela la strada su cui ci stava conducendo, prima incomprensibile, poi finalmente chiara. Prima il mondo dei sogni, che comportava una profonda disumanizzazione, e poi il mondo selvaggio in cui l'istinto e la rabbia prevalgono su qualsiasi altro tipo di emozione, di compassione ed empatia; apparentemente due storie diverse, ma in realtà un'unica storia, la storia del mondo, la storia degli uomini, la nostra storia, il perenne conflitto psicologico che ci caratterizza tutti almeno un po'. Dunque nel messaggero, troviamo la parte più oscura di noi, quella che non lasciamo mai alla luce, i nostri desideri e bisogni più segreti e a volte crudeli. Alimentati dall'egoismo che caratterizza ogni creatura, questi desideri ci divorano dall'interno, rendendoci marci e terribilmente insoddisfatti di ogni cosa che abbiamo. Il vuoto inguaribile, il vuoto incolmabile della brama di possedere ogni cosa che si desidera.
Il messaggero ci svela come un mondo meraviglioso come quello creato da Jonas, abbia una profonda debolezza, che deriva dalla natura più oscura dell'animo umano.
Questo romanzo, come i precedenti è scritto in modo semplice e quasi disarmante, capace di portare alla comprensione concetti complessi con poche parole. È scorrevolissimo, si fa divorare pagina dopo pagina e ve lo consiglio vivamente se volete straviarvi da letture complicate e incomprensibili senza però rinunciare a leggere qualcosa di davvero bello. Per quanto riguarda i personaggi, come sempre in questa saga della Lowry, non riesco a coglierli fino in fondo. Matty è un ragazzino, ancora un po' immaturo, mi disturbava leggermente ogni tanto, ma cresce con l'avanzare della storia e si scopre completamente alla fine del romanzo. Conosciamo anche il nuovo Jonas, che non poteva essere diverso da com'è diventato, non voglio rovinarvi troppe cose del romanzo, lascio il resto a voi, se deciderete di proseguire con la lettura. In sostanza questa saga della Lowry la reputo imperdibile in quanto è davvero un pilastro del genere, e l'ho apprezzata tantissimo!


Al messaggero spettano ben quattro peperoni!



-Kira

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