domenica 3 aprile 2016

recensione: IL DOMINIO DEL FUOCO

IL DOMINIO DEL FUOCO
SABAA TAHIR

 editore nord ◢ saga an ember in the ashes #1
prezzo 16.9o ◢ pagine 420ca



TRAMA
C'è stato un tempo in cui la sua terra era ricca di arte e di cultura. Laia non può ricordarsene, eppure ha sentito spesso i racconti su come fosse la vita prima che l'Impero trasformasse il mondo in un luogo grigio e dominato dalla tirannia, dove la scrittura è proibita e in cui una parola di troppo può significare la morte. Laia lo sa fin troppo bene, perché i suoi genitori sono caduti vittima di quel regime oppressivo. Da allora, lei ha imparato a tenere segreto l’amore per i libri, a non protestare, a non lamentarsi. Ma la sua esistenza cambia quando suo fratello Darin viene arrestato con l’accusa di tradimento. Per lui, Laia è disposta a tutto, anche a chiedere aiuto ai ribelli, che le propongono un accordo molto pericoloso: libereranno Darin, se lei diventerà una spia infiltrata nell'Accademia, la scuola in cui vengono formati i guerrieri dell'Impero… Da quattordici anni, Elias non conosce una realtà diversa da quella dell'Accademia. Quattordici anni di addestramento durissimo, durante i quali si è distinto per forza, coraggio e abilità. Elias è la promessa su cui l'Impero ripone le proprie speranze. Tuttavia, più aumenta la fiducia degli ufficiali nei suoi confronti, più lui vacilla, divorato dai dubbi. Vuole davvero diventare l'ingranaggio di un meccanismo spietato e senza scrupoli? Il giorno in cui conoscerà Laila, Elias troverà la risposta. E il suo destino sarà segnato.

RECENSIONE
Inizio questa recensione in modo insolito, quasi fuori luogo, dicendo che le aspettative nei confronti di questo romanzo erano particolari, non solo perché il dominio del fuoco fosse stato il libro più amato del 2015 negli States, ma perché è stato un inaspettato regalo di compleanno da parte di mio fratello. Temevo che non mi sarebbe piaciuto, temevo che avrebbe deluso le mi speranze, temevo di non amarlo quanto avrei dovuto, temevo di lasciarmi condizionare dall'essere il simbolo di un rapporto fraterno, piuttosto che un libro con una storia che valesse.
Dunque, il mio rapporto con questo tomo è stato complicato. 
Inizia come una tempesta di sabbia, all'improvviso, senza darti il tempo e il modo di ripararti, e un paio di granelli te li ritrovi in bocca per forza; Laia ed Elias sono le due voci narranti di questa storia, due personaggi ai poli opposti della scala sociale, più simili di quanto si potrebbe pensare.
Laia è una Dotta, figlia di un popolo sottomesso, invaso, reso schiavo da un impero di guerrieri, i Marziali, addestrati fin da bambini in accademie specifiche e resi soldati imbattibili, Maschere. Una sera un gruppo di Maschere fanno irruzione in casa sua, uccidendo i suoi nonni e arrestando suo fratello Darin. Laia riesce a fuggire e comprende che l'unico modo per restare in vita e per liberare suo fratello, è quello di chiedere aiuto alla Resistenza, di cui i suoi genitori, ormai defunti, un tempo erano a capo.
La Resistenza, costretta ad assecondare Laia per una questione di onore, le assegna l'impossibile compito di infiltrarsi a Rupenera e spiare la Comandante dell'accademia, una donna orribile e senza scrupoli.
Dall'altro lato della medaglia c'è Elias, una Maschera che ha deciso di disertare. Peccato che, il giorno del diploma, venga scelto, insieme alla sua migliore amica Helene, tra i quattro Aspiranti al ruolo d'imperatore attraverso prove mortali.
Si intuisce dalla trama che il romanzo è ricco di avvenimenti, ogni pagina nasconde segreti, scoperte, in ogni capitolo succede qualcosa, e nè il lettore nè i personaggi hanno tempo materiale per respirare. La crescita dei personaggi è palpabile, e la caratterizzazione più che decente. Di sicuro, il personaggio più riuscito è Laia, in ascesa da una ragazzina spaurita a una donna decisa.
Parlando di Laia, credo di aver visto pochi protagonisti soffrire e venire abusati, sia fisicamente che psicologicamente, quanto lei. Laia, nonostante sia convinta di essere una vigliacca, rimane una salda roccia di fronte alle torture impostole dalla Comandante, dai cadetti di Rupenera, dalla Resistenza stessa, tutto per salvare suo fratello. Il senso di colpa per non essere riuscita a reagire la notte dell'arresto di Darin, la spingeranno alle imprese più forti, alla sopportazione più radicale, alla sopravvivenza.
Elias, al contrario, pur avendo una sua crescita, pur essendo un personaggio con un'intensità, molte volte ha quasi cadute di stile, ripensamenti e indecisioni stupide, tentennamenti del cuore che non sono riuscita a comprendere. 
Mentre Laia è concentrata, Elias è quasi farfallone, balzando dal pensiero di una donna all'altra, confondendo il lettore.
E questo ci porta alla più grande debolezza del romanzo: le relazioni amorose. Questo libro è il peggior esempio di "quadrato amoroso", un quadrato inutile e gestito male, un quadrato che esiste con l'unico scopo di mettere in buona luce i due protagonisti.




Sabaa Tahir, lascia stare, te prego. Un triangolo, no, non l'avevi considerato?
E che ne pensi di lasciar perdere gli intrighi amorosi e tentare semplicemente di costruire la relazione che volevi e di cui sei fan sfegatata, la LaiaxElias per bene? Senza sbavature, testosterone che se ne vola, ormoni impazziti?
Ma soprattutto senza perle letterarie del calibro di:" è così bella quando si arrabbia. "
No, Elias non l'ha riferito all'interesse amoroso. 
Togliere inciuci del cuore avrebbe migliorato il personaggio di Elias, che rimane abbagliato dalla bellezza di praticamente ogni femmina che gli cammina davanti, e avrebbe dato più senso a certe scelte di trama.

"Hai proprio l'aria di una produttrice di marmellate"
"Davvero? Perchè?"
"Perchè sei dolcissima."


Il personaggio di Helene, guidato proprio da questi inciuci del cuore, non sono proprio riuscita a digerirlo. Helene faceva un passo avanti e sette indietro, accecata da verità e certezze così facilmente messe in discussione dal buonsenso, e molto spesso quasi ridicola.
Inciuci o meno, le dinamiche del romanzo vengono impreziosite da un world-building evocativo e meraviglioso. Riferimenti all'impero romano e alla potenza di Sparta non passano inosservati, ma in un mondo dai sapori e dai colori che ricordano i vicoli di Marrakech e il deserto del Sahara. Un panorama caldo, saturo, in contrapposizione con gli animi tormentati dei personaggi, alle torri cupe e severe di Rupenera, all'oscurità degli avvenimenti.
Un contrasto che funziona, che avvolge il lettore e lo incanta, unito a uno stile semplice ma equilibrato, che riesce sapientemente a bilanciare descrizioni e monologhi introspettivi.
Sabaa Tahir è un'autrice che vale, originale, attiva, spregiudicata nel sacrificio. 
Il dominio del fuoco è una storia completa, con punti più forti e punti indubbiamente più deboli, ma con una narrazione adatta e un ritmo incalzante.
E' un peccato che la Nord abbia modificato il titolo del romanzo, considerato che An ember in the ashes, una brace sotto la cenere, racchiudeva in modo perfetto l'essenza dei due protagonisti e della storia.
Concludo consigliando ovviamente questa storia, e sperando che il seguito non deluda, che la Tahir si specializzi in inciuci, e che arrivi presto anche in Italia. 

voto 4 peperoni.

effy

2 commenti:

  1. Okay, mi serviva davvero una recensione non troppo entusiasta di questo libro XD

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    1. Non si può dire che non sia un libro coinvolgente, ma gli intrighi amorosi sono qualcosa di improponibile; sono felice che le mie lamentele siano 'gradite' :D

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