lunedì 8 febbraio 2016

recensione: ANNIENTAMENTO

ANNIENTAMENTO
JEFF VANDERMEER

 editore einaudi ◢ saga Trilogia dell'Area X #1
prezzo 16,00 ◢ pagine 182ca



TRAMA
Per trent'anni l'Area X - un territorio dove un fenomeno in costante espansione e dall'origine sconosciuta altera le leggi fisiche, trasforma gli animali, le piante, sembra manipolare lo stesso scorrere del tempo - è rimasta tagliata fuori dal resto del mondo. La Southern Reach, l'agenzia governativa incaricata di indagarne gli enigmi e nasconderla all'opinione pubblica, ha inviato numerose missioni esplorative. Nessuna però è mai tornata davvero dall'Area X: chi, inspiegabilmente, ricompariva al di qua del confine era condannato a un destino peggiore della morte. Questa volta, però, sarà diverso: la dodicesima missione è composta unicamente da donne. Quattro donne che non conoscono nulla l'una dell'altra, nemmeno il nome - sono indicate con la funzione che svolgono: l'antropologa, la topografa, la psicologa e la biologa - accettano di partecipare a un viaggio che assomiglia molto a un suicidio. Cosa le ha spinte a imbarcarsi in una missione tanto pericolosa? La biologa spera di ritrovare il marito, uno dei membri dispersi della spedizione precedente. Ma forse cerca anche di fuggire dai suoi fantasmi. E le altre? Cosa nasconde la psicologa, ambigua leader del gruppo? Quando le quattro esploratrici incappano in una strana costruzione mai segnalata da nessuna mappa, capiranno che fino a quel momento i disturbanti misteri dell'Area X erano stati appena sfiorati..

RECENSIONE
Immaginate di trovarvi in un mondo nuovo, inesplorato, selvaggio, pericoloso: questo è Annientamento. Jeff Vandermeer ci catapulta in un futuro alternativo dove la natura e l'uomo si scontrano-incontrano, sotto ogni aspetto possibile. La storia è ambientata in un mondo molto simile al nostro, di cui l'autore non ci da ancora moltissime informazioni, ma riusciamo ad intuire una certa familiarità in esso. In questo mondo sta avendo atto un fenomeno inspiegabile da ormai trent'anni: l'Area X. Avviene in territorio limitato, ma in costante crescita, in cui niente è come dovrebbe essere. La natura, gli animali, le piante, persino lo scorrere del tempo oltrepassano ogni conosciuta legge della fisica. Un'agenzia governativa si occupa dei gestire e conoscere il fenomeno in continua espansione, nascondendo l'Area X al mondo, e cercando di comprendere le assurde leggi che la governano. Per fare ciò, vengono inviati dei gruppi di cinque persone, con il compito di esplorare il territorio. C'è un aura di mistero e al contempo di curiosità che circonda questa anomalia, nessuno vi ha mai fatto ritorno,e quelli che sono ritornati non sono mai ritornati davvero. Undici missioni sono già state inviate e ancora non si è giunti ad una conclusione. L'agenzia governativa decide così di inviare una missione di sole donne per la prima volta nella storia delle spedizioni. La nostra protagonista non la conosciamo con il suo nome, ma con il suo ruolo nella missione: la biologa. In questa spedizione è affiancata da altre tre donne, la psicologa, l'antropologa e la topografa.

Il libro è scritto in prima persona, quindi vedremo tutto attraverso gli occhi della biologa. Tutto inizia con il loro arrivo nell'area X, quando hanno appena oltrepassato il misterioso confine, ovvero la "recinzione"del luogo. Nessuno l'ha attraversato consapevolmente, per motivi di cui non veniamo a conoscenza, ma sotto ipnosi. Vandermeer crea un'atmosfera quasi onirica, sembra un sogno o un incubo, a seconda delle sensazioni che questa terra trasmette. Il confine viene inteso come un passaggio, da un'ambiente ordinato al caos, dall'artificio dell'uomo al selvaggio, dall'inferno al paradiso. L'elemento incoscienza implica che la protagonista ignori come il passaggio avviene, questo perchè sarebbe altrimenti inspiegabile razionalmente. Come in un sogno, dove assisti o sei protagonista degli eventi che ti circondano, ma, una volta aperti gli occhi, sbiadiscono e perdono significato. E' come se la spedizione fosse un sogno, un viaggio nel nostro inconscio, nelle nostre paure e gioie più profonde, nella rivelazione di quello che siamo, ma di cui non siamo consapevoli. 


  La Natura rappresenta la parte selvaggia, pura,
incontaminata che è il nostro inconscio, e la biologa rappresenta la parte razionale, riflessiva, controllata che dobbiamo essere per vivere in ordine e armonia nel mondo, quell'insieme di regole e norme sociali da rispettare all'interno di una società.
Quindi abbiamo un incontro tra uomo e natura, tra il nostro essere più profondo e quello che dobbiamo essere insieme agli altri. L'Area X e il luogo impossibile in cui queste due parti si fondono e combattono. Per tutta la narrazione Vandermeer crea una dualità inscindibile che non ho potuto fare a meno di amare,
La nostra protagonista è molto curiosa, osserva e analizza tutto quello che la circonda e cerca di attribuirgli una spiegazione, una ragione. Ma molto fragile ed insicura sotto la sua corazza di tranquillità e razionalità. La scopriremo sempre di più strada facendo nel racconto. La psicologa invece è rigida, severa e distaccata, il suo compito è quello di mantenere la squadra calma e concentrata. Per tutta la narrazione mi è stata insopportabile, ma ho apprezzato molto il suo personaggio. La topografa invece si può definire l'opposto, irascibile, impaziente, emotiva. Ogni personaggio è stato una spezia perfetta per questo tipo di racconto. Non mancavano certo le descrizioni, che hanno stampato nella mia mente immagini molto vivide di luoghi mai visti (ho fatto addirittura la mappa dell'Area X anche se un po' blanda), le ho davvero adorate.

"Guardando da quella parte, verso l'oceano, si vedeva solo acqua nera, il grigio dei tronchi, e la pioggia di muschio che scendeva costante immobile. E' impossibile capire che effetto facesse essere lì. E' impossibile anche comprenderne la bellezza, e quando vedi la bellezza nella desolazione qualcosa dentro di te cambia. La desolazione cerca di piantare radici nel tuo intimo."


E' come se descrivesse, e ad un certo lasciasse la penna nelle grinfie delle emozioni più profonde dell'anima. Ho davvero sentito questo posto intorno a me mentre leggevo.
Lo stile di Vandemeer è scorrevole anche se delle volte l'ho trovato impegnativo. 
Un altro tema che ha trattato, è stato quello dell'ambientalismo su quale non mi dilungherò oltre, semplicemente vi lascio quello che è stato lasciato a me.
"L'aria era così pulita, così fresca, mentre il resto del mondo era come era sempre stato nell'epoca moderna: sporco, stanco, imperfetto, in esaurimento, in guerra con se stesso. Laggiù, il mio lavoro mi era sempre parso un futile tentativo di salvarci da ciò che siamo."

Credo di avere troppe cose da dire ancora e corro il rischio di rovinarvi il piacere della scoperta! Concludo lasciandovi un messaggio nel caso vogliate avventurarvi nella lettura di questo romanzo: 

"Non eravamo stati ne ciò che eravamo stati ne ciò che saremmo diventati una volta giunti a destinazione".






Kira





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